Nel 2020, al fine di ampliare l’attuale Museo del Novecento, è stato bandito dal Comune di Milano il concorso “Novecentopiùcento”, atto a definire lo sviluppo di proposte progettuali per un camminamento aereo capace di collegare i due arengari siti in Piazza del Duomo. AGORÀ ha partecipato al concorso con AUFO (Architectural and Urban Forum), collaborando con il gruppo di lavoro denominato Corpo dei Novecento (C.d.N). Il gruppo, composto da un folto numero di progettisti affiancati da figure appartenenti a svariate discipline, si è posto l’obbiettivo di criticare costruttivamente – attraverso un progetto architettonico – la scelta urbanistica del Comune di Milano.
Nonostante le premesse ideologiche in totale contrapposizione rispetto alle direttive dell’Amministrazione comunale, si è optato per un progetto completo e dettagliato, che potesse far emergere le criticità contenute nel Bando di Concorso. Per questa ragione, il gruppo era consapevole fin dall’inizio che l’obiettivo del progetto non fosse vincere il Concorso, ma bensì stimolare un dibattito attorno ad un’operazione urbanistica di questo tipo.
Di seguito vengono riportati alcuni estratti della relazione di progetto che ha accompagnato le tavole progettuali presentate alla commissione giudicatrice.
“Il complesso monumentale dell’Arengario e la retrostante Piazza Diaz sono gli ultimi capitoli di una ridefinizione del cuore storico di Milano, un tortuoso punto d’arrivo che ha cristallizzato la forma urbis in modo pressoché definitivo. Una (ri)progettazione che si limiti al singolo episodio architettonico, per quanto di qualità, resterebbe monca se non sa confrontarsi con un contesto di tali dimensioni simboliche. Basti ricordare come persino l’altezza della “Torre Martini”, progetto egregio dell’architetto Mattioni, sia il risultato di una contrattazione fra i desideri della committenza privata e quelli della Sovrintendenza che negli anni Cinquanta impose di abbassare la torre di undici metri per poterla vedere nella sua completezza fin dall’Ottagono della Galleria. Scelta vincente che ha saputo concludere il dispositivo prospettico dell’asse Nord-Sud della piazza del Duomo con precisa coerenza, a differenza dell’asse Est-Ovest dove il progetto mengoniano non fu mai completato. Il complesso dell’Arengario, interpretato dai progettisti (Muzio, Portaluppi, Griffini e Magistretti) come porta monumentale — “propilei d’ingresso al quartiere moderno di Piazza Diaz” — trova così il suo naturale e coerente completamento con il fondale della Torre.
C.d.N., Comparazione preliminare di diverse ipotesi di collegamento, Milano, 2021.
Ecco perché ogni intervento, per quanto architettonicamente valido, che colleghi i due edifici con una struttura aerea, si dimostra dal punto di vista urbanistico una scelta invalidante. Il ponte sospeso apparirebbe come un’inopportuna superfetazione capace di annullare il dispositivo prospettico, squalificando la vista fin dal centro dell’Ottagono mengoniano. Dopo questa scelta radicale, che si pone da subito criticamente rispetto ai suggerimenti del Bando (e concorda con la sopraggiunta nota della Soprintendenza), il progetto si è organizzato di conseguenza, facendo di un problema un’opportunità architettonica.”
C.d.N., Vista notturna da Piazza Duomo, Milano, 2021.
La relazione fa riferimento ad una nota della Soprintendenza, pubblicata durante lo svolgimento del Concorso, dove vengono prese le distanze dalle direttive del Bando, sottolineando la criticità di un collegamento aereo tra gli arengari e suggerendo ai partecipanti lo studio di un progetto in condizioni ipoegee. Successivamente, il Comune di Milano ha reso noto un posticipo della data di consegna del progetto, così da dare il tempo ai partecipanti del Concorso di adattare il proprio progetto alle nuove linee guida.
Aldilà delle modalità prive di professionalità e rispetto nei confronti dei progettisti, come ha fatto notare anche l’Ordine degli Architetti di Milano, questa dinamica tipicamente italiana rende l’opportunità dei concorsi pubblici totalmente inconcludente, lasciando spazio a ricorsi e rallentamenti.
Come gruppo avevamo pensato il progetto senza prevedere il ponte aereo fin dall’inizio, perciò in definitiva il nostro obiettivo si è realizzato, tuttavia resta l’amarezza di un’esperienza contraddistinta da disguidi ed incomprensioni.
C.d.N., Sezione prospettica sulla nuova hall distributiva, Milano, 2021.
COLLEGAMENTO IPOGEO: NUOVO INGRESSO:
“La continuità distributiva di un unico percorso esperienziale del Museo che contempli la visita sia dell’allestimento precedente che della nuova ala è assicurata da un intervento ipogeo, in mezzeria fra i due edifici esistenti, raggiungibile da una scalinata monumentale che inabissandosi raggiunge uno spazio di distribuzione che funge da cerniera funzionale, illuminata dalla luce zenitale grazie ad una pavimentazione in vetro a raso della quota di camminamento. In questo modo si preserva il dispositivo prospettico e allo stesso tempo si enfatizza l’asse Nord-Sud facendo di via Marconi un autentico ingresso monumentale alla Piazza del Duomo.
C.d.N., Vista ingresso interrato, Milano, 2021.
L’ingresso ipogeo, tra l’altro, è capace di integrare i camminamenti sotterranei già esistenti che portano alla metropolitana e di dare ai resti archeologici, rinvenuti precedentemente, un meritato spazio espositivo, quasi fossero “oggetti ritrovati”, regali inattesi, opere d’arte che raccontano la stratificazione storica della città. La fattibilità del collegamento in sottosuolo fra i due arengari è resa possibile grazie all’intervento puntuale sul tratto di fognatura esistente che ne lascia inalterata dimensione e la conseguente portata idrica, attraverso un ampliamento della sezione in pianta e una conseguente riduzione in altezza (il tutto preceduto e seguito da idonee vasche di compensazione).
L’attuale biglietteria diventa lobby dedicata all’ala mostre temporanee al PT della manica lunga, con accesso interno dalla rampa elicoidale o autonomamente utilizzabile, a Museo chiuso, tramite gli attuali ingressi di via Marconi e Piazzetta Reale.”
C.d.N., Schema di funzionamento dell’ala museale per mostre temporanee, Milano, 2021.
C.d.N., Schema di funzionamento del broletto multimediale come spazio pubblico espositivo pubblico, Milano, 2021.
BROLETTO MULTIMEDIALE COME SPAZIO ESPOSITIVO PUBBLICO:
“Altro punto caratterizzante il progetto è la scelta di lasciare il portico del secondo Arengario accessibile alla cittadinanza, in ottemperanza ai desideri dei progettisti originari, che concepirono l’edificio come un broletto. Chiuderlo con una vetrata avrebbe escluso questo spazio civico d’uso pubblico alla sua naturale vocazione pedonale. S’è deciso così di sospendere sotto la volta ribassata una videoinstallazione programmabile da artisti invitati negli anni dal Museo, trasformando il portico in un luogo condiviso di esperienza d’arte visiva contemporanea, a modo suo premessa e parte facente dell’esperienza museale.”
C.d.N., Vista interna Broletto multimediale, Milano, 2021.
AUDITORIUM PANORAMICO:
“Conseguenza di questa scelta è stata quella di immaginare il nuovo auditorium all’ultimo piano dell’edificio, facendolo diventare il punto finale del percorso museale, beneficiando così di una vista sulla piazza impagabile. Ciò permette una valorizzazione della terrazza esistente, opportunamente portata a livello del pavimento interno, sia in funzione panoramica che in quella di “luogo sicuro” secondo i regolamenti antincendio (un parapetto in vetro trasparente integra quello esistente, così come nella terrazza della manica lunga). La progettazione di una colonna di spazi tecnici comprendenti scale ascensori e montacarichi con l’ingresso da Via Dogana consente una fruizione indipendente dell’auditorio anche nel caso di museo chiuso.”
C.d.N., Schema di funzionamento dell’auditorium (anche ad uso autonomo), Milano, 2021.
C.d.N., Vista foyer auditorium, Milano, 2021.
RICOSTRUZIONE DELLA PARLERA:
“Infine, per agevolare l’ingresso al museo alle persone con difficoltà motoria si è deciso di ripristinare, con una punta di irriverenza, il volume dell’Arengo che si affacciava sulla Piazza del Duomo (smantellato nel dopoguerra), immaginandolo in vetro e trasformandolo in un ascensore che dalla Piazza porta al livello inferiore. Dalla terrazza del primo piano dell’Arengario est, una passerella si collegherà alla copertura di questa colonna vetrata, permettendo di raggiungerla per osservare il complesso monumentale da un punto di vista davvero inedito.”
Modello del progetto originario con parlera lapidea, Milano, 1939.
In conclusione, al di fuori delle polemiche legate alla gestione del Bando, vorremmo ringraziare tutti i membri del C.d.N. per averci accompagnato in questa avventura, valutando costruttivamente le nostre idee e proposte progettuali nonostante la nostra candida ingenuità ed inesperienza (rarissimo); abbiamo imparato molto osservando il gruppo. Un ringraziamento speciale a Lorenzo Degli Esposti per l’ennesimo atto di generosità intellettuale ed apertura nei nostri confronti.
C.d.N., Schema flussi e funzioni + fasi cantiere, Milano, 2021.
Copertina: C.d.N., Vista esterna del progetto, Milano, 2021.